"Nell’oscurità del nord c’è un pesce, e il suo nome è Kun. Il Kun è tanto grande che non so quante migliaia di li misuri. A un certo punto muta e diventa un uccello, il cui nome è Peng."
Zhuangzi
Liberamente ispirato allo "Zhuangzi", capolavoro della letteratura universale, "Big Fish & Begonia" è una fiaba che unisce ai temi cardinali della cultura cinese classica una visualità dirompente e incantatrice. La realizzazione, in sapiente equilibrio fra CGI e disegno tradizionale, ha richiesto dodici anni, coinvolgendo in corso d’opera più di 4000 persone tramite crowdfunding. La lunga attesa è stata ripagata con il plauso unanime di pubblico e critica nel paese di produzione, raggiungendo il terzo posto tra i film d’animazione più visti di tutti i tempi.
Lo "Zhuangzi" espone sin dall’incipit, in chiave allegorica, i principi cardinali della cosmologia daoista, ovvero la mutevolezza della realtà e la reciprocità degli opposti. Difatti Kun, il pesce più grande che si possa immaginare, in Cinese è anche kun 鲲 (uova di pesce) ovvero il pesce più piccolo che si possa immaginare. Allo stesso modo il maestoso ailanto (noto anche come "albero del paradiso"), chun 椿 in Cinese, è paradossalmente il nome dell’acerba protagonista, Chun, creatura spirituale che insieme agli "Altri" (né umani né dei) custodisce il mondo umano e le leggi della natura. Al compimento del sedicesimo anno, Chun si trasforma in delfino e visita il mondo umano durante un rito di passaggio, ma rimane intrappolata in una rete da pesca. Salvata da un giovane pescatore che perde la vita, Chun lo resuscita violando il sacro confine che divide vita e morte. L’anima del pescatore trasmigra quindi in un piccolo pesce, Kun, che Chun difende insieme all’amico Qiu fino a quando potrà riprendere una forma umana e tornare alla vita.
I tre personaggi principali – Chun, Qiu e Kun – intraprendono un percorso di crescita, ma "Big Fish & Begonia" non si limita a raccontare un tortuoso passaggio all’età adulta. La fiaba esprime, con l’aiuto di un vasto immaginario mitologico, una millenaria certezza della filosofia cinese: la mutua dipendenza di uomo e natura in un’inesauribile rete di corrispondenze – come illustrato nel "Daodejing", altro caposaldo della letteratura daoista. Il complesso rapporto fra Chun (椿, la cui pronuncia è simile a 春, "primavera") e Qiu (湫, “palude”, che si pronuncia come 秋, "autunno") suggerisce in via analogica l’ideale consonanza di rapporti umani e cicli naturali. La fondazione del sentimento morale si basa perciò sulla necessaria complementarietà di responsabilità e desiderio, sacrificio e offerta, votata a un’etica che riconosce la felicità nell’adempimento di un ruolo all’interno di una collettività piuttosto che nel soddisfacimento di bisogni individuali. In ciò, il film si rivela molto più confuciano che daoista.
Questo ampio spettro di temi e suggestioni sorge sullo sfondo di un’estetica spettacolare, ammaliante, che evoca in vertiginose carrellate panoramiche l’incanto dei paesaggi della Cina meridionale, tra laghi e alture, foreste e pinnacoli di roccia. La variegata profusione di creature e spiriti grotteschi richiama, ça va sans dire, lo "Spirited Away" di Miyazaki; per toni e atmosfere, il lungometraggio cinese è senz’altro debitore alla poetica dello Studio Ghibli. Ma una più prisca, illustre influenza è forse da rintracciare nelle "Metamorfosi" ovidiane. I concetti trasmigrazione, trasmutazione ed evoluzione permeano l’intera storia, alludendo all’instabilità del presente e alla stabilità del divenire: ragazze si mutano in delfini, anime in pesci, patriarchi in alberi, gatti in spiriti, e così via. La trama stessa è soggetta a tante e tali torsioni da renderla intrigante e imprevedibile, ma anche, a tratti, liquida e disgiunta; pregi e difetti complementari. Se si perdonano alcuni eccessi di sentimentalismo, che danno luogo talvolta a scene vagamente stucchevoli, "Big Fish & Begonia" può considerarsi una fiaba adatta a ogni età.
regia:
Liang Xuan, Zhang Chun
titolo originale:
Big Fish & Begonia
distribuzione:
Draka Distribution
durata:
100'
produzione:
Beijing Enlight Media, Biantian Media
sceneggiatura:
Seth Be
musiche:
Kiyoshi Yoshida