C'è poco da dire, l'apprezzamento di un film dipende anche dal contesto in cui questo viene visto. Prendiamo ad esempio "Un bacio", opera seconda dello scrittore, sceneggiatore, autore televisivo Ivan Cotroneo, in uscita nelle nostre sale distribuito da Lucky Red. Lo avessi visto in una normale multisala mi sarebbe sembrato un film furbetto sul mondo della scuola come se ne potrebbero vedere tanti (non che la scuola sia l'argomento prediletto dai nostri produttori, per carità). Avendo avuto però l'occasione di partecipare coi miei studenti ad una delle anteprime organizzate appunto per le scuole durante le settimane precedenti l'uscita (ottima iniziativa, visto che ha permesso all'opera una cassa di risonanza per quello che è il suo pubblico ideale, che dovrebbe avere una conseguenza positiva sugli incassi) mi sono piacevolmente trovato di fronte ad una platea di ragazzi e ragazze molto ben disposti verso una pellicola che parla di argomenti non propriamente facili, come omofobia e bullismo, e molto partecipi durante il dibattito che ne è seguito. "Un bacio" si è presentato quindi nel migliore dei modi.
Molto colpito dall'omicidio di Larry King, un giovane studente americano omosessuale, ucciso a scuola da un compagno che aveva ricevuto le sue avances, Cotroneo ha pubblicato "Un bacio" nel 2010, romanzo dove la vicenda King era trasposta nel Nord Italia e raccontata da tre punti di vista: la vittima, l'omicida e la professoressa di lettere dei due, donna sensibile ma fragile. Nel passaggio dal libro alla sceneggiatura (scritta dal regista in coppia con Monica Rametta) quest'ultima figura (cui, in un passaggio intermedio sui palcoscenici, ha dato voce e volto Iaia Forte) è finita sullo sfondo e le è idealmente subentrato il personaggio di Blu, una sedicenne apparentemente sfrontata e forte, che fa da chioccia ai suoi familiari e aspetta il ritorno del fidanzato, studente universitario in quel di Milano. Blu è una studentessa in gamba ma fra i banchi di scuola non ha vita facile: finisce spesso in punizione e gli altri ragazzi si divertono a sparlare di lei.
L'arrivo di Lorenzo è per la ragazza una boccata d'ossigeno. Lui è stato da poco adottato, viene da una casa famiglia e ha un trascorso non facile alle spalle. I due diventano subito grandi amici, anche perché, si sa, uniti si vince. Il ragazzo gay appena trasferito e la ragazza più chiacchierata della scuola avranno un bel po' da tribolare fra insulti e pagine web "dedicate" espressamente a loro. I due sarebbero anche abbastanza indomiti da contrastare tanto odio, non sempre virtuale, come ribadisce lo stesso Lorenzo ad un suo insegnante gay ma "in the closet". Il dinamico duo diventa un terzetto con l'inserimento di Antonio, ragazzo belloccio ed molto introverso, asso nello sport ma per il resto, sempre secondo l'insindacabile giudizio dei suoi coetanei, non troppo sveglio. Antonio, come Lorenzo e Blu, ha due genitori molto affettuosi ma un dolore che non riesce a elaborare: quello per la morte del fratello maggiore. L'esuberante Lorenzo è innamorato dell'impacciato Antonio, il quale ha una cotta per Blu, anche se è talmente timido da non trovare il coraggio di dichiararsi. Queste dinamiche metteranno a repentaglio l'affiatamento del gruppo e, purtroppo, non solo quello...
Da un libro che raccontava la morte di un ragazzo è nato un film che racconta soprattutto la storia di un'amicizia che non ce la fa a superare alcuni ostacoli insidiosi. Se il prefinale è tragico, un colpo di coda inatteso (e non troppo dissimile da quello che caratterizza un recente successo del cinema italiano) riesce se non ad alleggerire almeno a suggerirci come potevano andare le cose o, meglio, come dovrebbero andare. Si può non essere ammiratori del Cotroneo regista o scrittore ma va riconosciuto che c'è bisogno di film con al centro le violenze e le prevaricazioni, anche di natura omofobica. Il regista e la sceneggiatrice hanno avuto la sensibilità e l'acume di mostrare come Lorenzo e Blu sono, sì, bersagli ideali ma mai succubi: lui non ci sta a fare la vittima, mentre lei trova anche il coraggio di riconoscere e denunciare una cosa grave che le è stata fatta da parte di chi aveva la sua fiducia. Le statistiche rivelano, non a caso, che "frocio" e "troia" sono le due offese più diffuse fra i giovani, due insulti che hanno una matrice comune e che mettono in evidenza oltre ad una mancanza di rispetto verso la sfera femminile anche una non confessata paura verso quest'ultima. Il film oltre ad essere risoluto contro le prepotenze è anche chiaro nell'indicare come spesso le istituzioni non facciano quanto è in loro potere per evitare certe situazioni (vedasi il colloquio fra il padre adottivo di Lorenzo e la preside, alla faccia delle polemiche sulla teoria del gender diffusa nelle scuole).
Il film gioca apertamente sull'alternare il piano della realtà a quello dell'immaginazione e i numerosi inserti musicali (con tanto di coreografie di Luca Tomassini) lo rendono la cosa più vicina ad un musical che il nostro cinema abbia tentato da molto tempo a questa parte. Com'è immaginabile, conta molto sull'apporto dei tre giovani protagonisti e se il debuttante Rimau Grillo Ritzberger/Lorenzo e Leonardo Pazzagli/Antonio si impegnano e sono credibili, a spiccare è soprattutto la Blu di Valentina Romani, al primo film dopo varie fiction televisive. "Un bacio" coinvolge grazie alla simpatia dei tre protagonisti, alla sua colonna sonora (non potevano mancare Mika e Lady Gaga ma ovviamente Blondie e New Order surclassano tutto il resto) e alla vicenda che racconta; non mancano certe forzature (vedasi la scena della cena a casa di Lorenzo) ma sarebbe un peccato se i ragazzi cui è specificamente rivolto non lo andassero a vedere.
04/04/2016