Brad (Jack Black) è un programmatore divorziato e sovrappeso. Stu (Steve Martin) un amministratore delegato che, nonostante insegua il sogno della pensione, non riesce a staccarsi dalla poltrona dell'azienda che ha creato. Kenny Bostick (Owen Wilson) uno spietato appaltatore che sta cercando finalmente di costruirsi una famiglia. Li accomuna una cosa: l'amore per gli uccelli. Un amore tanto viscerale da spingerli a sacrificare ogni cosa per inseguire l'impresa del Big Year, una competizione tra appassionati lunga un anno intero nella quale vince chi avvista il numero maggiore di volatili. La rincorsa lungo tutti gli Stati Uniti del Big Year diventa per Bostick la riaffermazione dell'unica cosa riuscita nella vita (lui è il detentore del record mondiale di avvistamenti), per Brad la ricomposizione della sfera privata attraverso la realizzazione di un sogno, per Stu l'illuminazione del proprio posto nel mondo, e dei suoi limiti personali.
"The Big Year", il cui titolo italiano ("Un anno da leoni") è un'ulteriore manifestazione d'affetto dei distributori (il film è uscito negli States a ottobre, addirittura settembre dai nostri vicini francesi), usa la forma commedia per veicolare tematiche percepite come americane ma radicalmente europee: l'Epica dell'impresa, lo scontro fra affetti e aspirazioni, certo diluiti nell'obamanissimo mantra dell'"Hope over Fear". Ed ecco nei tre atti del plot rispecchiarsi questo incedere zelante e implacabile: prima abbracciare l'Impresa, alta ispirazione e compimento personale; diventa la Competizione, il momento del tutti contro tutti verso la meta; e infine il Sacrificio, quando, di nuovo soli, i nostri eroi dovranno scegliere quale abisso affrontare. La questione fondamentale del film è proprio la scelta fra Compromesso e Impresa: se gli eroi per cui tifiamo, Brad e Stu, finiranno per tornare nella propria storia più consapevoli e completi, l'unico Eroe tragico, Bostick, paga un prezzo altissimo per il proprio segno nella Storia, ma con una consapevolezza mai raggiunta prima. in definitiva, il suo è lo spirito acuto e maledetto che guidava Ulisse - se ci passate il parallelismo -, suo il percorso paradossalmente più doloroso, il vero cimento.
Sorpendente e delizioso, "The Big Year" si ritaglia uno spazio felice nella commedia americana recente, grazie a una serie di imbeccate decisive. Scelta coraggiosa quella dell'unire una triade di star solitamente legata ai versanti più comici del genere (conosciamo bene i percorsi di Owen Wilson e soprattutto un Jack Black misurato), in un film piuttosto lontano da quei modelli. Altrettanto audace la scelta del soggetto, che infatti ha pagato con risultati tutt'altro che eccelsi al botteghino. Dommage: la regia luminosa di David Frankel (dalla tv a ‘Il diavolo veste Prada', a ottobre di nuovo in sala con ‘Hope Springs') confeziona un ottimo bigino generalista di epica americana, senza nostalgie e facendo economia sui sentimentalismi.
cast:
Jack Black, Steve Martin, Owen Wilson, John Cleese, Rosamund Pike, Rashida Jones, Jim Parsons, JoBeth Williams
regia:
David Frankel
titolo originale:
The Big Year
distribuzione:
20th Century Fox Italia
durata:
100'
produzione:
Fox 2000 Pictures, Red Hour Film
sceneggiatura:
Mark Obmascik, Howard Franklin
fotografia:
Lawrence Sher
scenografie:
Brent Thomas
montaggio:
Mark Livolsi
costumi:
Monique Prudhomme
musiche:
Theodore Shapiro
Brad e Stu, appassionati di birding, sfidano il campione mondiale di avvistamenti di uccelli Bostick in una competizione lunga un intero anno.