Vita reale di due donne decisamente poco ordinarie. La prima è la dottoressa Mary-Claire King, ricercatrice dell'Università di Berkeley che, grazie a un lavoro pluridecennale, in polemica con l'establishment medico, ha scoperto l'esistenza di un legame tra il gene BRCA-1 e la predisposizione ad alcuni tipi di cancro al seno. La seconda, vera protagonista del film, è Annie Parker, una solare casalinga a cui, appena ventenne, viene diagnosticato un carcinoma mammario.
Avendo già perso nonna, madre e sorella a causa della stessa patologia, Annie si convince che ci debba essere un motivo sconosciuto per cui questa "maledizione" torna puntualmente a perseguitare la sua famiglia. Ma sono gli anni 70 e la medicina ufficiale non riconosce alcun fattore di ereditarietà tra le cause della malattia: le uniche risposte che la donna ottiene dal suo letto di ospedale riguardano l'alimentazione, alcune condizioni ambientali, la purezza dell'aria o dell'acqua, persino la sfortuna... Nulla che possa persuaderla davvero.
Dinamica e tenace, Annie decide di non rassegnarsi a vivere nella paura della morte e trova un motivo di lotta (e di sopravvivenza) nella ricerca forsennata di un segno a favore delle sue teorie. Le stanno a fianco in questa battaglia un giovane medico innamorato e una brillante infermiera.
Mentre lo studio della dottoressa King produrrà risultati rivoluzionari in campo scientifico, Annie riuscirà a sconfiggere il cancro per ben tre volte e, ci informano le didascalie finali, oggi offre attività di sostegno alle donne cui è stato diagnosticato un tumore al seno.
Classico bio-pic "tratto da una storia vera", di quelli che piacciono a Hollywood, con al centro un personaggio (anzi due) bigger than life. Ma a differenza di tante pellicole analoghe, "Annie Parker" adotta un insolito registro lieve e brioso: lodevolmente, il regista Steven Berstein, autore della sceneggiatura insieme ad Adam Berstein e Michael Moss, mette la sordina all'enfasi melodrammatica tipica di certi cancer movie e sviluppa l'intreccio come si trattasse di una vivace e accanita, certo non facile, avventura.
La messa in scena rimane però paralizzata dall'intento, pur nobile, di veicolare attraverso la fiction alcuni messaggi di sensibilizzazione e di informazione sulla malattia, quasi come in una pubblicità progresso.
Si pensi alle sequenze, a dir poco didascaliche, che cercano di spiegare "scientificamente" (le virgolette sono d'obbligo, vista la semplificazione) l'evoluzione degli studi della dottoressa King o le più comuni pratiche di prevenzione del tumore, come l'autopalpazione o l'attenzione alla dieta.
I momenti efficaci comunque non mancano, grazie soprattutto al talento cangiante e sensibile della protagonista Samantha Morton: il film ha, se non altro, il grande merito di ricordarci le potenzialità di questa attrice di atipica bellezza.
Distribuito da Koch Media nel mese della prevenzione del cancro al seno, "Annie Parker" contribuirà alla lotta ai tumori devolvendo parte degli incassi all'Associazione "Susan G. Komer - Italia", l'organizzazione internazionale di volontari già promotrice della partecipatissima maratona di beneficenza "Race for the Cure".
cast:
Samantha Morton, Helen Hunt, Aaron Paul, Rashida Jones, Corey Stoll, Marley Shelton, Alice Eve, Ben McKenzie
regia:
Steven Bernstein
titolo originale:
Decoding Annie Parker
distribuzione:
Koch Media
durata:
91'
produzione:
Media House Capital, Unified Pictures, Ozymandias Productions
sceneggiatura:
Steven Berstein, Adam Berstein, Michael Moss
fotografia:
Ted Hayash
montaggio:
Douglas Crise
musiche:
Steven Bramson
Vita reale di due donne decisamente poco ordinarie: Mary-Claire King, ricercatrice dell’Università di Berkeley che, grazie a un lavoro pluridecennale, in polemica con l’establishment medico, ha scoperto l’esistenza di un legame tra il gene BRCA-1 e la predisposizione ad alcuni tipi di cancro al seno, e Annie Parker, solare casalinga che lotta contro un carcinoma mammario.