La storia è presto detta, con i tradimenti perpetrati e subiti da una manciata di personaggi afflitti dalla stessa insoddisfazione sentimentale: Germana frustrata dall'attesa di un amante indeciso e poi travolta da un insolito destino, Elisabetta, una Nicole Grimaudo davvero convincente, sposata ed abbandonata da un compagno che si scopre gay e se ne và con un amico di famiglia, Gianmarco marito modello fino a quando non incontra Germana della quale si innamora follemente. Vicende individuali destinate ad incontrarsi nel corso di una vacanza in terra siciliana.
Privo di un protagonista principale, "L'amore" di Mirca Viola è diluito nelle vicende di singoli caratteri impegnati nelle conseguenze dell'amore. Smarrita e confusa, quella del film è un umanità in fase di transizione, alla ricerca di un cambiamento che tarda ad arrivare ma che è comunque anelato: che si tratti di una parte in uno spettacolo teatrale - Germana aspirante attrice si sottopone senza successo ad una serie di provini per ottenere il ruolo della vita - o di un legame tendenzialmente terminato - quello di Elisabetta disposta ad aspettare un uomo che se ne già andato pur di mantenere il sogno di una vita felice - rimane inalterata la costante di un esistenza in continuo divenire, indipendentemente dalla volontà delle parti in causa. Un divario, quello tra desiderio e realtà, destinato a diventare, nel caso dell'amore, una questione patologica.
Consapevole della posta in gioco, Mirca Viola sceglie la strada più sicura, rifacendosi alle atmosfere ed allo stile di quel melò italiano riportato in auge dal cinema di Ferzan Ozpetek. Da qui il costante riferimento ad una condivisione della sofferenza come unico placebo rispetto alla cognizione del dolore, rintracciabile nelle scene di convivio, come nei film del regista turco, momento topico a livello drammaturgico, per la capacità di raffreddare la tensione senza disperderne il pathos, e palcoscenico ideale in cui rivelarsi (Aldo, il marito di Elisabetta lo sceglierà per fare outing). Ed ancora, la convivenza tra uno stile di vita non convenzionale, e modelli di una tradizione che trova radici in un passato remoto ed ancestrale (in questo caso la Sicilia rurale ed il parentado che ospiterà i vacanzieri). Di suo la regista ci mette la direzione degli attori, azzeccata nei ruoli principali, sottotono in quelli secondari, ed un senso della misura a volte superato, come avviene per il ruolo di Germana, la cui svampitezza è fin troppo sbandierata nei modi e nelle mise. Chiari scuri di una prima a cui fa difetto la mancanza di personalità.
cast:
Paolo Briguglia, Diane Fleri, Claudio Bigagli, Nicole Grimaudo, Stefania Rocca
regia:
Mirca Viola
distribuzione:
M2 Pictures
durata:
100'
produzione:
Angelika Film Production
sceneggiatura:
Cinzia Panzettini, Mirca Viola
fotografia:
Fabrizio Lucci
scenografie:
Massimo Santomarco
montaggio:
Antonio Siciliano
costumi:
Stefano Giovani
musiche:
Andrea Guerra