I Chipmunk (per chi è estraneo all'ambiente, insulsi e striduli criceti che di mestiere fanno i cantanti di successo) e le Chipettes (il loro corrispondente femminile) sono su una nave da crociera extralusso per recarsi alla premiazione degli International Music Award - figuriamoci! - che si svolgerà a distanza di pochi giorni. Non possono che essere accompagnati da un padrone sfigatissimo, il povero Dave, al quale disobbediscono di continuo, cacciandosi ovviamente nei guai. Nessuno però avrebbe mai la facoltà di prevedere che, con il solo uso di un aquilone, si potrebbe atterrare su un'isola deserta. Alvin, insopportabile roditore con spaventose tendenze all'egocentrismo, sul glorioso motto: "È ora di trasformare pun-izione in spasso-nizione", porta a termine l'improbabile manovra, seguito su un deltaplano dal sempre sventurato Dave e da un idiota travestito da pennuto con gravi carenze d'autostima.
È profetico il sottotitolo di questo "Alvin Superstar 3": si salvi chi può. È proprio questa l'accorata, spassionata raccomandazione da fare a qualsiasi malcapitato (madre, padre, fratello o sorella di un bimbo piagnucolante) che, chiedendosi se entrare in sala per accontentare il pargolo, si imbatta nell'obbrobriosa locandina e abbia il coraggio di sorbirselo. Infatti, "Alvin Superstar 3" è una visione estremamente eroica, un'esperienza terribile che non si dovrebbe augurare davvero a nessuno.
Dimenticate la macelleria sanguinolenta di "Hostel", nonché gli affamati zombie di Romero o, peggio ancora, quelli di Lucio Fulci: niente regge il confronto con questo teatro degli orrori che supera tutti i limiti del pensabile. Nessun mostro potrebbe mai risultare più spaventoso di questi insopportabili, irritanti criceti canterini che popolano un'ennesima tortura cinematografica dotata di tutte le carte in regola per reggere il confronto con i più atroci metodi del tribunale dell'Inquisizione, ma che - duole dirlo - fa tanto divertire i più piccoli (e non solo).
Non bastano le cosidette "strizzatine d'occhio al pubblico adulto" - per giunta di una tristezza disarmante - e nemmeno le miserrime sfumature cinefile che ricordano (e fanno rimpiangere) "Tarzan", "Cast Away" e "Lost" (non manca nemmeno "il mio tesssoro", tormentone gettonatissimo in tutte le terze elementari fino a qualche decennio fa) a rialzare di un minimo il livello.
"Alvin Superstar 3" riesce a condensare in meno di un'ora e mezza tutte quelle scempiaggini che, grazie ai capolavori della Pixar o al primo Shrek, ormai non credevamo relegate nemmeno ai più decerebranti prodotti per l'intrattenimento infantile.
Insomma, davanti a roba simile, non chiediamoci perché le nuovissime generazioni siano sempre più affette da una dilagante, inarrestabile sindrome di imbecillità. Questa stratosferica boiata risponde ad ogni interrogativo e questo è il suo unico, vero vantaggio.
Ciliegina sulla torta: colonna sonora di Lady Gaga e Rihanna. Pietà!
05/01/2012