Un Golden Globe meritatissimo e un Oscar sfiorato per “
La teoria del tutto” hanno definitivamente consacrato
Jóhann Jóhannsson come una delle certezze del momento in ambito
soundtrack. Uno stile versatile a livello di
mood e atmosfere e la forte componente “cinematografica” che la sua musica ha acquisito progressivamente sono divenuti i fari dell'attuale stadio della sua arte, al punto tale da averlo portato a dedicare sostanzialmente il cento per cento della sua energia creativa al cinema e alle colonne sonore.
A discolpa di un lavoro come quello realizzato per “
Sicario”, seconda collaborazione con Dennis Villeneuve dopo la
soundtrack di “
Prisoners”, vi sono per lo meno due elementi. In primo luogo il duro compito di tornare a mettersi in gioco dopo il plauso sostanzialmente unanime e meritato per un predecessore decisamente ingombrante, anche per portata “mainstream”. Subito dietro la difficoltà, raccontata dal compositore islandese come fonte positiva di stimolo, di aver dovuto lavorare sulla musica prima ancora che le scene del film fossero girate, con in mano il solo copione.
Sta di fatto che, per quanto alte e complesse le aspettative fossero, “Sicario” è un lavoro che di base non può non deludere. Un viaggio decisamente monocromatico, dove l'unica tonalità dominante è il nero, senza sfumature, contrasti o una qualsivoglia forma di densità narrativa. Domina imperante un clima di tensione, reso attraverso l'implemento di schiere di percussioni, a contrappuntare un marcato ritorno alle note basse e al dominio degli archi. Una monocromia che diviene ben presto monotonia, perdendo così ben presto anche quell'oscurità maestosa che risalta nei primi momenti.
Tutto ancora da capire come un impianto sonoro del genere si sposerà, peraltro, a un film che nella trama promette azione vorace ed effetti speciali più che oscurità, mistero e suspense come la musica sembra invece suggerire. Interrogativo indiretto a cui in questa sede non si può né vuole rispondere. Ma se è vero come è vero che ogni
soundtrack andrebbe valutata in primo luogo rispetto al suo rapporto con le immagini che deve musicare, il valore assoluto strettamente musicale fa comunque di “Sicario” un episodio minore nella carriera lastricata d'oro e meraviglie di Jóhann Jóhannsson.