Dalla colonna sonora di un film di Oliver Stone non si sa mai cosa aspettarsi. Caotiche, frenetiche e in numero esorbitante, canzoni e musiche originali si inseguono nelle sue pellicole con lo stesso livore del (sovente) martellante montaggio e delle immagini psichedeliche. "Le belve", ispirato al romanzo omonimo di Don Winslow è stato definito un ritorno alle origini per il regista premio Oscar, una violenta, spesso ironica, vicenda di droga, sesso e violenza, sullo sfondo dei paradisiaci scenari della California del sud, al confine col Messico.
Ecco allora che alcune scelte in colonna sonora sembrano quasi obbligate: dall'apertura con il surf rock "tarantiniano" di
M. Ward con "Neptune's Net" (dal capolavoro "
Post War") all'inno reggae "Legalize It" di Peter Tosh sino a "Romance in Durango" di
Bob Dylan, che racconta la storia di un romantico fuorilegge. Altre selezioni guardano al presente, e al futuro, concentrandosi su sonorità moderne, come il lungo e sensuale remix ad opera di Gui Boratto di Paradise Circus dei
Massive Attack, i
Thievery Corportation con il loro
chill out ricco di sonorità orientali ("Mandala"), o i
Cut Copy con "Where I'm Going" che segna per loro una piacevole svolta
shoegaze. Altre volte Stone e il produttore dell'album Budd Carr (che già aveva collaborato col regista in diverse occasioni, come in "Platoon", "Wall Street" e sequel o "The Doors") optano per scelte più sorprendenti e audaci, come una cover
flamenco-bossanova del classico "Psycho Killer" dei
Talking Heads ad opera di Bruce Lash, ma anche un'eterea versione di "Here Comes The Sun" dei
Beatles firmata dalla giovane Yuna.
C'è spazio anche per lo score originale, realizzato da Adam Peters, noto più che altro come violoncellista e arrangiatore orchestrale del seminale "Ocean Rain" degli
Echo & The Bunnymen (per fare un titolo): Peters, prima di scivolare in ovvie citazioni Morriconiane ("Dust Bowl") punta su sonorità tese, sempre sul punto di esplodere ("Cartel Theme", "Whipping") utilizzando un violino elettrico e synth analogici (come nella sincopata "Hijack In The Desert", dove compare anche Robert Trujillo dei
Metallica), altre volte da alle sue musiche un respiro più classico e disteso ("Romantic Theme", "Savages...Force Of Nature"). Una raccolta schizofrenica ed eclettica, che acquista maggior senso e compiutezza se si è fan del relativo film che accompagna.