Ondacinema

Come ogni anno, il primo speciale sui migliori nomi degli ultimi 12 mesi, categoria per categoria. La redazione ha scelto le migliori prove, le eccellenze apprezzate nel 2018, dalla miglior regia ai migliori interpreti. E poi sceneggiatura, fotografia, montaggio, colonna sonora. E la miglior opera prima, orgoglio del cinema italiano...

Congedato anche il 2018, eccoci all'appuntamento con le eccellenze dell'anno secondo la nostra redazione, il consueto speciale in cui scegliamo i migliori, categoria per categoria, che hanno fornito delle prove, nelle loro rispettive competenze, di livello eccezionale. Subito una precisazione: anche per quest'edizione abbiamo arricchito le assegnazioni con una nuova categoria, scegliendo di individuare anche la miglior opera prima distribuita in Italia nel corso degli ultimi dodici mesi. Spiegare il significato di questo premio è superfluo: ma siamo contenti di poter evidenziare che, per la prima edizione di questa categoria, il riconoscimento vada a un film italiano.
Sulle altre categorie, che scoprirete qua sotto, rispetto al passato recente ci sono essenzialmente due differenze. La prima è una certa concentrazione in pochi titoli: un film conquista tre premi ("Il filo nascosto" con la miglior regia, il miglior attore, la miglior colonna sonora), un altro ne conquista due ("Un affare di famiglia" si porta a casa la miglior attrice e la miglior sceneggiatura). Annotazione, comunque, buona solo per le statistiche e semmai per evidenziare che le due opere di Paul Thomas Anderson e di Hirokazu Kore'eda abbiano raggiunto un livello di eccellenza straordinario. La seconda differenza rispetto al passato è invece che stavolta non ci sono ex aequo. Insomma, la redazione ha votato in modo abbastanza deciso per ogni categoria e non abbiamo dovuto dividerci in più fazioni per designare i migliori.
Nessuno dei premiati aveva già ottenuto un riconoscimento simile nei nostri speciali precedenti, sono tutti debuttanti. Anche se, per alcuni di loro, si dovrebbe piuttosto parlare di una "sanatoria" rispetto al passato. Frederick Wiseman, Jonny Greenwood, oppure lo stesso Daniel Day-Lewis, sono tutti maestri della Settima arte che sono stati sempre abbondamentente celebrati qui su Ondacinema. E visto che ci siamo, sottolineiamo anche un altro aspetto: in molte categorie a imporsi sono dei registi. Alla sceneggiatura Kore'eda, al montaggio Wiseman, alla fotografia Cuaron. Insomma, siamo di fronte a un anno che celebra il cineasta universale, l'autore a tutto tondo, capace di spaziare fra la macchina da presa e la sala di montaggio, fra la scelta delle luci di scena e la scrittura dello script. A loro, si accompagna il nostro amato Anderson, reduce da una serie ormai stupefacente di film-monumento, tutti adorati dalla nostra redazione e dai nostri recensori. Il regista americano più importante del nuovo millennio? Può darsi che l'appellativo non sia esagerato.
Merita a questo punto una considerazione anche il fatto che l'Italia torni a farsi notare, dopo un paio d'anni di appannamento. Senza svelarvi nulla della classifica definitiva dei migliori film dell'anno, che scoprirete fra qualche giorno come di consueto, vale la pena soffermarsi sul fatto che, oltre a "La terra dell'abbastanza" dei fratelli D'Innocenzo, parla tricolore anche il riconoscimento per la rivelazione dell'anno, premio che conferiamo a un attore o un'attrice al suo primo ruolo importante. E qui non poteva che prevalere Marcello Fonte, che mentre scriviamo, a ogni modo, è già diventata una star di prima grandezza, premiato a Cannes e anche in giro per l'Europa. La sua interpretazione nel bellissimo film di Matteo Garrone, "Dogman", vale assolutamente una menzione fra le nostre scelte. Dicevamo, nessun ex aequo: in ogni categoria, i vincitori hanno prevalso nettamente. Ci piace però menzionare qualcun altro che non entra nel palmares ufficiale, ma che comunque ci ha creato non pochi grattacapi al momento delle scelte.
Vale la pena citare lo stesso Kore'eda per la miglior regia, Timothée Chalamet per la sua intepretazione in "Chiamami col tuo nome", le magnifiche Cynthia Nixon in "A Quiet Passion" e Vicky Krieps ne "Il filo nascosto". Lo stesso Anderson come sceneggiatore del suo capolavoro, ma anche la nostra Alice Rohrwacher, premiata oltretutto a Cannes proprio per la sceneggiatura di "Lazzaro felice". O ancora, per la fotografia, il mago thailandese Sayombhu Mukdeeprom, sempre per il film di Luca Guadagnino, oppure per il montaggio Nathanaëlle Gerbeaux e Maria Giménez Cavallo per l'eccezionale lavoro in "Mektoub, My Love: Canto Uno". Ben pochi dubbi solo sulla colonna sonora: Greenwood non solo ci è piaciuto per l'accompagnamento musicale composto per "Il filo nascosto", ma è anche l'autore delle bellissime musiche anche di "A Beautiful Day" di Lynne Ramsay.



MIGLIOR REGIA

Paul Thomas Anderson - Il filo nascosto




MIGLIOR ATTORE

Daniel Day-Lewis - Il filo nascosto




MIGLIOR ATTRICE

Sakura Andō - Un affare di famiglia




MIGLIOR SCENEGGIATURA

Hirokazu Kore'eda - Un affare di famiglia




MIGLIOR FOTOGRAFIA

Alfonso Cuarón - Roma




MIGLIOR MONTAGGIO

Frederick Wiseman - Ex Libris - The New York Public Library




MIGLIOR COLONNA SONORA

Jonny Greenwood - Il filo nascosto




RIVELAZIONE DELL'ANNO

Marcello Fonte - Dogman




MIGLIOR OPERA PRIMA

"La terra dell'abbastanza" di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo





Speciale Premi 2018 - I migliori secondo Ondacinema