Ondacinema

recensione di Vincenzo Chieppa
6.0/10

Già "Argo" ci aveva mostrato come le sceneggiature più inverosimili fossero da ascrivere ai più improbabili avvenimenti di cronaca. In quel caso era il rocambolesco e surreale salvataggio dei funzionari dell’ambasciata americana a Teheran nel mezzo dei moti occorsi durante la rivoluzione islamica in Iran. In "Tredici vite" è invece l’incidente di Tham Luang, che tra il giugno e il luglio del 2018 tenne il mondo con il fiato sospeso per le sorti di dodici ragazzini thailandesi, membri di una squadra di calcio locale, rimasti intrappolati in una grotta, assieme al loro allenatore, a seguito di un improvviso diluvio che, anticipando di qualche settimana la stagione dei monsoni, aveva allagato i cunicoli dove i giovani si erano avventurati. I ragazzi sopravvissero senza cibo per oltre dieci giorni e per circa venti con livelli di ossigeno problematici e furono salvati (trattandosi di un fatto di cronaca evitiamo qualsiasi spoiler alert) con un procedimento azzardato e rischioso, fino a quel momento mai tentato, ma che fu portato a termine con un clamoroso e insperato pieno successo. Come succede, appunto, soltanto nelle sceneggiature più inverosimili, in cui il lieto fine lineare e privo di accidenti sembra cozzare con le difficoltà che normalmente intervengono a ostacolare anche i piani più articolati, figuriamoci quelli totalmente sperimentali.

Eppure, in casi come questi il ricorso alla sospensione dell’incredulità è automaticamente escluso dal fatto di trovarsi di fronte a vicende realmente accadute, che Ron Howard racconta con ben poche licenze, attenendosi in maniera pressoché pedissequa ai fatti. Forse anche troppo e in maniera troppo artificiosa, a dire il vero, se si considerano quelle inquadrature che tendono a indugiare per qualche secondo di troppo su elementi secondari (le biciclette dei ragazzi, ad esempio), come a voler dare evidenza allo spettatore di aver fatto bene i compiti. Una sorta di meticolosa check-list del dettaglio del tutto fine a se stessa.

Gli avvenimenti narrati in "Tredici vite" erano già stati raccontati, pochi mesi dopo gli eventi, da un film thailandese del 2019 (il poco riuscito "The Cave – Acqua alla gola"), nonché più di recente, in modalità non fiction, dai premi oscar per il documentario e compagni di vita Jimmy Chin e Elizabeth Chai Vasarhelyi. In "The Rescue" i due documentaristi avevano condensato in 107 minuti ciò che Ron Howard invece spalma in circa due ore e mezza, senza nemmeno dilungarsi più di tanto nelle spettacolari scene subacquee che anche in "The Rescue", per ovvi motivi, erano state in larga parte ricostruite, spostando l’opera dall’ambito del documentario puro a quello spurio della docu-fiction. Con "Tredici vite" si alza l’asticella rispetto all’uno e all’altro predecessore, quanto meno dal punto di vista produttivo, con una produzione hollywoodiana ad alto budget e in grande stile, con nomi di peso come quello di Ron Howard, appunto, nonché quelli di un trittico di interpreti come Colin Farrell, Viggo Mortensen e Joel Edgerton, che si mantengono fedeli alla caratterizzazione introversa e ben poco sopra le righe di uomini ordinari accomunati da una passione fuori dall’ordinario come quella della speleosubacquea.

L’occasione per portare questa storia a Hollywood era del resto ghiotta, perché capita raramente che la cronaca fornisca vicende così potenzialmente drammatiche, spettacolari nel loro svolgimento ed emozionanti nel loro esito. Sono le tempistiche, in particolare, a sembrare fatte apposta per sposarsi alla perfezione con l’umanissimo desiderio di storie – e di storie a lieto fine in particolare – che è del resto il desiderio che ha spinto l’uomo a creare e sviluppare lo spettacolo cinematografico. Tempistiche capaci di infondere emozioni durature, ma non così rarefatte da far insorgere l’effetto assuefazione (per non dire addirittura una certa stanchezza), come ci ricordano i recenti avvenimenti legati alla pandemia e alla guerra in Ucraina e gli spettri emotivi di coloro che si sono sentiti dapprima coinvolti, per poi progressivamente abituarsi e in alcuni casi stancarsi di quegli eventi, sfociando finanche nell’insofferenza dei più cinici.

Il salvataggio di Tham Luang dura poco più di due settimane, che è più o meno il tempo che i media riescono a dedicare a un determinato avvenimento senza che l’attenzione degli spettatori si diluisca inesorabilmente, costringendoli a virare su qualcosa di nuovo. La sceneggiatura non deve far altro che raccogliere e organizzare il materiale narrativo, con tagli e riproposizioni che affidano al montaggio il grosso del lavoro, volto a rendere un’opera di questo genere avvincente per il ritmo ancor prima che per il tema trattato. Eppure, in "Thirteen Lives" l'obiettivo viene raggiunto fino a un certo punto e sicuramente non in maniera altrettanto efficace di "The Rescue", che pur con le inevitabili peculiarità del documentario (in primis le interviste fronte camera dei protagonisti delle vicende) riusciva a mantenere un ritmo più serrato e, soprattutto, uno sviluppo più ordinato. Il film di Howard, invece, si perde talvolta in un caotico affastellamento di azioni, cui si poteva ovviare con qualche linea di dialogo in più. Un disordine narrativo che finisce per attenuare quello che è invece il maggior pregio di "Tredici vite", quello di illustrare ottimamente l’enorme sforzo organizzativo e logistico - e dunque anche economico - che accompagnò il salvataggio dei ragazzi, accendendo così potentemente i riflettori sul messaggio di fondo legato alla generosità umana verso chi è in difficoltà, ma anche sul messaggio politico - più sottile, ma non meno efficace - di capitali e di istituzioni che una volta tanto si mettono al servizio dell’uomo, riconoscendo il preminente valore della vita umana.


16/08/2022

Cast e credits

cast:
Viggo Mortensen, Colin Farrell, Joel Edgerton, Tom Bateman


regia:
Ron Howard


titolo originale:
Thirteen Lives


distribuzione:
Amazon Prime Video


durata:
149'


produzione:
Metro-Goldwyn-Mayer, Bron Studios, Imagine Entertainment, Magnolia Mae, Storyteller Productions


sceneggiatura:
Don Macpherson, William Nicholson


fotografia:
Sayombhu Mukdeeprom


montaggio:
James D. Wilcox


musiche:
Benjamin Wallfisch


Trama
Nel giugno del 2018 dodici ragazzini thailandesi, membri di una squadra di calcio locale, rimangono intrappolati in una grotta assieme al loro allenatore, a seguito di un improvviso diluvio che, anticipando di alcuni giorni la stagione dei monsoni, aveva allagato i cunicoli dove i giovani si erano avventurati. Una enorme macchina di soccorso con volontari provenienti da tutto il mondo si mette in moto per tentare di salvarli...