Ondacinema

recensione di Alessio Cossu
5.5/10

Approdato al FEFF 24 di Udine a meno di sei mesi dalla sua uscita nelle sale coreane, "Tomb of the River" risulta un prodotto riuscito solo in parte e che ricalca gli stilemi del genere action in salsa asiatica mirando a soddisfare un pubblico quanto più ampio è possibile. La situazione sanitaria in Corea non ancora completamente rientrata e soprattutto il crollo dell’affluenza al cinema in una nazione che vantava un invidiabile record prima delle ondate pandemiche hanno probabilmente distolto il regista Yoo Youg-bin dall’osare di più. Il risultato è una pellicola dalla dalla quale emerge la buona interpretazione del protagonista e dell’antagonista.

Intrigo, ambizione, tradimento; e poi risse con secchiate di sangue. Questi gli ingredienti dell’intreccio ambientato a Gangneung (si noti l’astuto calembour a vantaggio dell’ampia platea anglosassone), centro costiero, qualche mese prima delle Olimpiadi invernali, quando insomma gli appetiti e le speculazioni fanno più gola alle organizzazioni criminali. Si tratta di un tipo di ambientazione che offre agevolmente il destro a una delle metafore più ricorrenti nel film: il mare, elemento naturale simbolo di una quiete solo apparente, come quando fa da sfondo a rassemblement tra capifazione il cui esito non è sempre prevedibile (aspetto quest’ultimo che comunque rientra all’interno del clichè ansiogeno del genere); o osservato dall’alto induce a riflessioni che in un’ottica filosofeggiante rimpiccioliscono l’uomo e la sua impulsività rispetto alla "quieta grandezza" della natura, come quando il boss dissuade Gil-seok dall’uso della violenza; o ancora (all’inizio) è simbolo di spericolato lavacro per il futuro sposo che viene fatto penzolare a testa in giù sulla battigia con l’ausilio di una pala meccanica; o, infine, proiettato in video su una parete diventa lo sfondo della prima parte del dialogo tra il poliziotto un tempo (immancabilmente) amico del protagonista.

L’interpretazione del magnetico Yoo Oh-Sung, nei panni di Kim Gil-seok, fedele all’anziano capo Oh, è uno dei punti forti del film. L’attore si è guadagnato il favore del pubblico in altri ruoli nei noir "Friend" (2001) e "Friend: The Great Legacy" (2013) e nel più recente dramma storico "The Great Battle" (2018). Il personaggio, caratterizzato da uno sguardo fiero, ispira fiducia nei propri mezzi soprattutto con l’uso parola. Meno sfaccettato il villain Lee Min-seok, originario di Seoul, interpretato da Jang Hyuk, con all’attivo diverse pellicole, tra cui "Swordsman" e "The Killer," serie televisive e video musicali. Il ruolo femminile di Bo Lam, interpretato da Han Sun Hwa, ha una funzione meramente ancillare nei confronti della trama, che rimane così incanalata su un binario immune dalle complicazioni sentimentali. Le motivazioni dello scontro accesosi tra le due fazioni alla morte del capo sono puramente economiche, ovvero gli interessi intorno all’Asra Resort. Secondo il regista, lo sviluppo di quest’area della Corea in coincidenza con il flusso di denaro legato alle olimpiadi costituiva una opportunità non priva di rischi. È questo lo spirito con cui il cineasta si è approcciato alla realizzazione del film e che ha cercato di trasfondere nel genere. Si diceva di una trama a tratti prevedibile. Unico twist degno di nota può essere considerata la proposta fatta da Gil-seok a Shin, altro capofazione, di prendere lui le quote di maggioranza della gestione del resort. Il tutto allo scopo di punire Min-seok per la morte del capo. Il protagonista sembra dunque rivelare una venatura ideale e in ossequio a ciò è disposto anche ad accantonare il tornaconto meramente economico. Ma nel personaggio non vi è un vero arco di trasformazione. Gil-seok rimane un outlow. "Il romanticismo è finito", dice in modo lapidario al poliziotto che esce dall’auto in una maschera di sangue in puro stile slasher.

Per quanto riguarda gli aspetti specificatamente meno convincenti del film vi è il fatto che la trama, più efficace nella prima parte, tenda ad avvitarsi su sè stessa nella seconda e il tempo del racconto a rallentare eccessivamente tanto che essa appare poco originale e a tratti prevedibile. È soprattutto l’eccessiva insistenza sull’atmosfera noir a creare inconvenienti alla sceneggiatura. Alcuni dei personaggi che militano nei campi avversi sono simili tra loro: lunghe acconciature, abbigliamento quasi identico per più di un personaggio possono creare confusione, soprattutto in sequenze brevi, con un montaggio sincopato o non bene fotografate. Ad esempio, nella scena in cui tre gregari legati e sospesi vengono interrogati dalla fazione avversa non si distingue il loro volto per l’eccesso di slasher unito a una illuminazione insufficiente.

Di positivo, invece, il film ci regala i risvolti comportamentali nella quotidianità tra gregari e boss. Vediamo come mangiano, come bevono, come offrono o accendono la sigaretta al loro capo. Lungi dall’essere realistici, sono comunque aspetti che in questo genere di film vengono solitamente sottaciuti. In favore del realismo gioca poi il mancato ricorso alle immagini computerizzate e l’assenza di sequenze dai bizzarri effetti visivi o sonori. In questa ortodossia dell’asciuttezza il senso di panica indeterminatezza è affidato alla saggia costruzione dei dialoghi e alla mimica facciale degli attori. Assunto che vale in generale, ma soprattutto quando si tratta degli incontri tra Gil-seok e Min-seok. Tomb of the River è il primo film coreano uscito dopo l’ondata pandemica.


24/04/2022

Cast e credits

cast:
Yoo Oh-sung, Jang Hyuk, Park Seong-geun, Oh Dae-hwan, Kim Jun-bae, Lee Hyun-gyun


regia:
Yoon Youg-bin


titolo originale:
Gangneung


durata:
119'


produzione:
BON FACTORY, ASCENDIO, JOY IN CINEMA, DayDream Entertainment, International Sales


sceneggiatura:
Yoon Young-bin


fotografia:
Yoon Joo-hwan


montaggio:
Jeong Jin-hee


musiche:
Mok Young-jin


Trama
Gil-seok è il fedele gregario di Oh, il capo della più grande organizzazione criminale di Gangneung. Min-seok è invece il capo di una gang di Seoul che mira ad impadronirsi del più grande resort di Gangneung. Per questo uccide personalmente Oh. Inizia un'inarrestabile guerra tra le due gang e contemporaneamente quella tra due uomini che affrontano ciò che il destino ha loro riservato.