Il segno dei tempi continua ad ispirare il cinema mainstream statunitense e dopo il successo personale di molti attori afroamericani ed un aumento delle produzioni incentrate su quella comunità, arriva sugli schermi “The Bind Side” di JL Hanckok, biopic dedicata all’incredibile
ascesa di Michael Oher, passato dalle privazioni del ghetto ai successi del football, di cui lo stesso è diventato una delle stelle più fulgenti. Nulla di nuovo sul fronte occidentale se non fosse che la parabola vincente fu favorita dall’intervento
di una famiglia ricca e
wasp, che in barba ai pregiudizi di una società perbenista ed ancora velatamente razziale, si caricò sulle spalle il destino di quel ragazzo, arrivando persino ad adottarlo per facilitarne l’ascesa.
In questo senso “The Blind Side” non si discosta dai modelli di un cinema che ripropone, con poche varianti, il mito del sogno americano, seppur filtrato dalla componente di realismo derivata dalla scelta di una storia realmente accaduta. La povertà aggravata dalla precoce separazione dalla madre, l’isolamento psicologico e sociale acuito da una fisicità fuori dalla norma (ed in questo senso simile alla protagonista di “Precious”), ma anche la rinascita attraverso i sacrifici personali e l’amore dei suoi benefattori sono i numeri di questa fiaba dei nostri tempi, che forse in nome di quella concordia sociale rilanciata dall’ultimo Presidente americano, non si tinge mai di rosso: infatti se è verò che, almeno dal punto di vista cinematografico, le rivincite sono spesso il frutto di un percorso costellato di omicidi grandi e piccoli, in questo caso questi vengono esclusi a favore di un
escalation sentimentale
che non diventa mai eccessiva ma anzi acquisisce dignità, soprattutto per la performance misurata dei suoi attori, tra cui spicca Sandra Bullock
nel ruolo di una donna che mette in discussione la sua vita e quella di chi gli sta accanto, diventando la figura ispiratrice del futuro campione, e poi di Quinton Aron in quelli del giovane fenomeno a cui l’attore dona una leggerezza che ne sublima gli eccessi corporei.
Hankok gira semplificando le situazioni e favorisce la fruizione della storia con una struttura dall’andamento lineare ed in cui le immagini non sopravanzano mai il mostrato. Ne deriva una fruizione immediata che se da un lato soddisfa le pretese di un cinema diretto e popolare
dall’altra banalizza l’eccezionalità della storia. Sorpresa del botteghino americano, The Blind side” ha permesso alla Bullock di aggiudicarsi un Golden Globe e, soprattutto, il premio Oscar come miglior attrice protagonista dell'anno.
05/03/2010