Ondacinema

recensione di Alessio Cossu
6.5/10

La Basilicata è una delle regioni d'Italia di cui meno si parla negli organi d’informazione. Si potrebbe dire che si tratta di un meridione nel meridione, che raramente ha avuto il privilegio di godere anche di una trasposizione cinematografica. Il caso più celebre è quello di "Rocco e i suoi fratelli" (1960), laddove la regione è tuttavia solo il luogo di origine dei personaggi. Non sono infatti molte le pellicole ambientate in Lucania. Sempre qui Rocco Papaleo aveva ambientato "Basilicata coast to coast" (2010), una sorta di road movie dal forte sapore nostalgico, con personaggi itineranti incastonati in una rigida tipizzazione. "Scordato" è invece una commedia sapida, incentrata su un unico protagonista sul quale si raccordano i ruoli minori.

Orlando, il protagonista impersonato dal regista stesso, è uno stagionato e sgangherato accordatore di pianoforti che conduce un’esistenza piatta e priva di sussulti, segnata da un latente conflitto con la propria dimensione giovanile. Quest’ultima è rappresentata da un ventenne il quale, nei momenti topici, imbastisce un dialogo col protagonista senza essere né visto né sentito dagli altri personaggi. Questa sorta di alter ego giovanile è un pungolo, una voce della coscienza che gradatamente si insinua nella trama del film e nelle giornate del protagonista vestendo i panni di un mentore alquanto sui generis: si tratta della parte di sé cui Orlando non ha voluto dar retta in giovinezza, appunto. Dal momento che il suo alter ego non compare all’inizio del film e non viene presentato da nessuno, si rivela per quello che è solo in un secondo momento, quando emerge dai sempre più frequenti flashback. Orlando, ossimoricamente connotato con un nome da guerriero ma uno spirito indolente, è un antieroe che ha punti di contatto con l’inetto di sveviana memoria: non ha avuto il sufficiente coraggio per dare una svolta alla propria giovinezza e gli viene rimproverato il consumo di hashish. Negli onirici flashback del protagonista, la trama svela poi il retroterra delle sue angoscie, come un novello Isaac Borg de "Il posto delle fragole" di Ingmar Bergman che ha bisogno di guardare all’indietro per capire ciò che sta davanti. Fatti i dovuti distinguo, Orlando è comunque un personaggio riuscito, credibile e le cui azioni sono perfettamente in linea con il suo mugugnante universo interiore e con il suo lessico del disagio. Il suo animo è in distonia con ciò che lo circonda. È scordato, appunto.

Il film di Papaleo, soprattutto, inaugura sottotraccia un punto di vista originale nell’approccio all’uomo del meridione, sforzandosi di esprimere, anche con la leggerezza di una battuta, il senso profondo del percepirsi come tale. “Tutte le strade nel meridione portano all’indolenza”, si sente dire a un certo punto. Affermazione che può sembrare un po’ banale, ma dopo pellicole mielose come "Benvenuti al Sud" (2010), la schematica e polare rappresentazione della dicotomia nord/sud cede il passo a un punto di vista più introspettivo e che a sua volta getta una luce inedita sul rapporto tra l’uomo e la sua terra. Orlando, ad esempio, non ha la macchina e la sua rinuncia a spostarsi è metafora del suo blocco emotivo, della sua abulia e del suo vivere “accontentandosi” di poco. I suoi onirici flashback, nella seconda parte del film talvolta spiazzanti sul piano del montaggio, si soffermano in particolare sul rapporto con la sorella, innestando in modo inedito la tematica della lotta armata su quella meridionalista. Un cortocircuito ideologico, una deriva. La menzione poi di Rocco Scotellaro, figura centrale del meridionalismo e delle lotte dei contadini lucani, non fa che confermare insomma l’ampiezza dello spettro d’indagine di "Scordato", una commedia in cui i rimandi tra presente e passato garantiscono una visione tutt’altro che soporifera della pellicola. Gli sfilacciati rapporti d’amicizia di Orlando e le sue velleità erotiche sono solo il contorno, il pretesto per dire altro.

Sul piano del linguaggio filmico va infine sottolineato come la musica, intesa non come colonna sonora, ma come attività di elevazione dello spirito, diviene in questo film una miniera di metafore e giochi linguistici: ad iniziare dal titolo, evidente riferimento al fatto che il protagonista dovrebbe agire su sé stesso ancor prima di ottimizzare l’efficienza diatonica dei pianoforti; proseguendo poi con alcune affermazioni apparentemente disforiche, quali "noi insegniamo la musica, ma è la musica che dovrebbe insegnare a noi"; e terminando con lo slogan "libertè, egalitè, musicalitè", evidente riferimento alle ondate contestatarie che infiammarono il 68. Se una pecca si può ascrivere a "Scordato" è il montaggio non sempre intuitivo e una sceneggiatura a tratti arzigogolata.  


25/04/2023

Cast e credits

cast:
Rocco Papaleo, Simone Corbisiero, Giorgia , Angela Curri, Giovanni Andriuoli, Antonio Petrocelli


regia:
Rocco Papaleo


titolo originale:
Scordato


distribuzione:
Vision Distribution


durata:
104'


produzione:
Indiana Production, Less Is More Produzioni


sceneggiatura:
Walter Lupo, Rocco Papaleo


fotografia:
Simone D'Onofrio


scenografie:
Claudia Cosenza


montaggio:
Mirko Platania


costumi:
Sara Fanelli


musiche:
Michele Braga


Trama
Orlando, un accordatore di pianoforti di mezza età, conduce un'esistenza abulica, con pochi amici e poche aspirazioni portando dentro di sè il peso di un passato che emerge tramite le epifanie del suo alter ego giovanile.
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