Ondacinema

recensione di Matteo Zucchi
6.5/10

Plan 75


Nella premiazione col Gelso d’oro alla carriera che ha preceduto la proiezione di "Plan 75" al Far East Film Festival Baishō Chieko è stata celebrata come modello, quasi archetipo, della popolazione giapponese, ruolo che le è stato attribuito soprattutto a partire dalla sua interpretazione della everywoman Sakura, sorella del protagonista della lunghissima serie di film "Otoko wa Tsurai yo", detta anche "Tora-san", diretta da Yamada Yōji. Probabilmente è anche per questa ragione che è stata selezionata dalla regista e sceneggiatrice Hayakawa Chie per interpretare la 78enne protagonista del suo lungometraggio d’esordio, una fragile ma risoluta anziana che ancora non si arrende alla pensione, la quale si fa emblema di una popolazione in rapido invecchiamento e sempre più esposta alle criticità dei sistemi di welfare. Il Giappone è d’altronde il paese con la più alta proporzione di anziani al mondo (oltre il 29% della popolazione ha più di 65 anni), oltre a essere quello con la più elevata aspettativa di vita e uno dei più bassi tassi di fertilità, ed è quindi abbastanza facile da capire le ragioni per cui è stata proprio una cineasta giapponese a sviluppare il concept di "Plan 75" all’interno del film a episodi del 2018 "Ten Years Japan".

L’idea di un prossimo futuro in cui il governo giapponese finanzia un programma di eutanasia per anziani oltre i 75 anni semplicemente stanchi di vivere e desiderosi di non gravare più sulle spalle dei parenti e della società deve aver colpito molto qualche produttore ed ecco che la giovane regista giapponese si è trovata a espandere il concept nella forma di un lungometraggio presentato a Cannes e frutto di una co-produzione con Francia e Filippine. La ormai anziana e sempre più distante dal mondo dello spettacolo Baishō Chieko si fa quindi volto e corpo della generazione che ha ricostruito il paese dopo la seconda guerra mondiale, ponendo le basi di uno dei boom economici più eclatanti del Novecento ma destinata a essere ormai, letteralmente, rottamata. L’interpretazione minimale e molto controllata dell’attrice nipponica, pure in momenti sulla carta patetici come un sentito karaoke vintage (Baishō è anche, se non soprattutto, cantante, per la cronaca), diviene perfettamente rappresentativa della prospettiva sul tema di Hayakawa, la quale persegue un’ostentata anti-drammaticità che rifugge le scene madri (anzi, non mostrandole quando potrebbero esserci) e che si focalizza pedissequamente sulla quotidianità dei tre personaggi principali che girano attorno all’eponimo Piano 75.

Oltre all’anziana donna delle pulizie interpretata da Baishō, al centro delle altre linee narrative principali di "Plan 75" vi sono infatti un giovane funzionario governativo che lavora zelantemente al piano di eutanasia volontaria, almeno fino a che lo zio paterno si presenta per compilare la propria candidatura, e una operatrice sanitaria filippina, la quale viene convinta a lavorare all’interno del Piano 75 allettata dal notevole compenso, necessario per poter pagare le cure per la malattia della figlia rimasta in patria. Le vicende dei tre protagonisti si intersecano occasionalmente e senza pathos, coerentemente con lo stile della pellicola, e paiono solo nel finale influenzarsi minimamente l’una con l’altra, conducendo a un finale aperto che sembra non volersi allontanare troppo dal distacco e dalla neutralità imposti alla narrazione dalla regista. In realtà l’adesione stringente al punto di vista dei protagonisti, accompagnata visivamente da un uso ricorrente di campi ravvicinati e di focali corte, rende piuttosto evidente, una volta arrivati alla fine di questa fugace e plumbea esplorazione del Giappone che (forse) sarà, quale sia la prospettiva della cineasta, inserita con la discrezione a cui Hayakawa Chie ha già mostrato di tenere molto.

"Plan 75", una volta avvicinatosi al proprio epilogo, sembra però non riuscire a tirare tutti i fili delle molte implicazioni e suggestioni che ha proposto nei suoi poco più di 100 minuti, così come alcuni anziani che, arrivati alla fine del loro percorso nel Piano 75, si rivelano molto indecisi sulla loro scelta. Il distacco della regia a questo punto viene parzialmente meno nella forma di primissimi piani e nervose inquadrature con la macchina a mano, rivelando forse l’esitazione della regista su come concludere la propria pellicola, una situazione non così rara quando si parla di cortometraggi espansi a lungometraggi. Viene a questo punto da chiedersi se la regia garbata e distante che caratterizza la pellicola non sia stata una scelta per evitare di confrontarsi con le molte possibili asperità di un tema controverso e complesso, focalizzandosi soprattutto sulla realizzazione di singole sequenze suggestive (ad esempio, l’incontro al bowling fra l’anziana e l’operatrice del Piano 75 che dovrebbe prepararla al trapasso) e sulla direzione degli ottimi interpreti, soprattutto della veterana Baishō Chieko. Incuriosisce ma non stupisce che in una pellicola ricavata da un film a episodi sia proprio il carattere episodico della narrazione a essere sia punto di forza che di debolezza della pellicola, appunto fin troppo distaccata e garbata per reggere sulle spalle il peso dei temi che introduce. A questo punto non stupisce particolarmente neppure che un film che tematizza il ricambio generazionale si distingua soprattutto per il talento della diva del passato e per le felici intuizioni della regista del futuro.


29/04/2023

Cast e credits

cast:
Chieko Baishô, Isomura Hayato, Stefanie Arianne, Kawai Yumi, Takao Taka


regia:
Chie Hayakawa


titolo originale:
Plan 75


distribuzione:
Tucker Film


durata:
113'


produzione:
Loaded Films, Urban Factory, Happinet-Phantom Studios, Dongyu Club, WOWOW, Fusee


sceneggiatura:
Hayakawa Chie, Jason Gray


fotografia:
Urata Hideho


scenografie:
Shiokawa Setsuko


montaggio:
Anne Klotz


musiche:
Rémi Boubal


Trama
Nel Giappone del prossimo futuro il governo implementa un programma di eutanasia volontaria per i cittadini oltre i 75 anni per fronteggiare l'aumento vertiginoso della popolazione anziana. Le storie di un'anziana che senza lavoro decide di prendere parte al programma, di uno zelante giovane funzionario del Piano 75 e di una operatrice sanitaria filippina che lavora alla gestione dei corpi si intrecciano nei primi anni di svolgimento del programma.