Ondacinema

recensione di Diego Testa
4.0/10

Cos’è Monster Hunter

Per chi volesse sapere perché sulla pagella di Paul W.S. Anderson c’è (un’altra triste) insufficienza, si legga direttamente il capitolo seguente.
Cominciamo da una contestualizzazione poiché dal 2015 al 2021 l’industria del videogioco ha accresciuto ogni hanno il suo valore di mercato1. Di conseguenza, dal 2016 non è che in Occidente si sia prodotto un numero maggiore di film sulle IP videoludiche rispetto al passato, ma è evidente che da "Warcraft" ogni tanto un colpo di reni queste consolidate riduzioni filmografiche quasi sempre mediocri lo hanno avuto.

"Monster Hunter" è uno di quei franchise che è cresciuto insieme al mercato videoludico, divenendo il brand di punta della software house Capcom assieme a "Resident Evil" grazie ai capitoli più recenti, "Monster Hunter World" e "Ryse". Action con componenti da gioco di ruolo ibridate, "Monster Hunter" è il classico gioco hard to learn hard to master, uno stratificato cooperativo ambientato in un mondo fantasy in cui si abbattono mostri grossi per diventare più abili e ucciderne di ancora maggiori (un loop, fondamentalmente). Uno dei più importanti e virtuosi giochi attualmente sul mercato si potrebbe definire un kaiju hunting game in cui la componente ludica è profondamente tecnica e il giocatore è un avatar vuoto vestito dalle statistiche delle armature.

Il gioco in questione non è certamente famoso come altri nomi dell’industria, ma riveste un ruolo importantissimo nella contestualizzazione del discorso. Questo perché adattare un prodotto fondamentalmente poco cinematografico non è affatto semplice, pur presentandosi perfetto per una riproposizione in salsa monster movie potenzialmente libera dal soggetto. Tutto il contrario di videogiochi che a partire dalla settima generazione hanno iniziato a rifarsi proprio al cinema (in particolare i lavori di Naughty Dog).

Ecco, qualcosa si è mosso dal 2015 a oggi eppure i risultati, tranne sparute eccezioni come "Pokémon: detective Pikachu", sono ancora lontani dall’essere discreti. Il film di Anderson, come altri titoli prima di lui, ricopre ancora il ruolo sussidiario di capitalizzazione del brand e non di autonoma e curata espressione in ambito cinematografico. In sostanza, si fanno i film perché per il gioco c’è molto mercato, e si cerca spesso un risultato fan service oriented. Probabilmente, visti i nomi di attori e grandezza delle produzioni, si investono budget maggiori nei film tratti da videogiochi (si pensi ad "Assassin’s Creed", a "Tomb Raider"), eppure i risultati sono ancora spesso mediocri, anonimi. Valide eccezioni esistono, e vedremo quali saranno i risultati con i vari "Uncharted", le serie di "The Last of Us"/"Halo"/"Cuphead" e l’annunciato film su Super Mario. "Monster Hunter" si sgonfia nell’ancora radicata espressione banalizzante della produzione ancillare.

Com’è il "Monster Hunter" di Anderson

Brutto, inutile girarci attorno, anche per Anderson, che non centra un film dal primo "Resident Evil" (2002) sia chiaro, ma ci aveva abituati a uno standard tutto suo, divertente perché riluttante a qualsiasi estetica sensata e capace di svuotare i propri soggetti dal rispettoso trattamento per trarne giocattoloni amorfi ("Alien vs. Predator" e la stessa saga di Resident Evil).

Quando nel 2004 "Monster Hunter" esordiva su PlayStation 2, Anderson era lì che con uno spin-off anticipava almeno due caratteristiche di questo film, ammazzando due mostri degli anni Settanta-Ottanta: primo, in "Alien vs. Predator" c’è uno Xeno-kaiju, segno dell’amore per i mostri del regista britannico; secondo, in un scena la protagonista si arma di scudo e lancia ricavati dal corpo di uno Xenomorfo. Entrambi i momenti sono maggiormente in linea con la filosofia del gioco di Capcom di quanto non lo sia questo "Monster Hunter". 

Anderson è abituato a confezionare blockbuster dal budget mediano, e dunque con 60 milioni di dollari adatta quello che è un mondo ricco e di fauna e flora endemica in un arso e polveroso deserto accecante in cui far convergere idee arraffate qui e là: il gusto dell’orrido con gli aracnoidi Nerscylla dal sottosuolo à la "Starship Troopers", il Diablos a metà tra "Lo squalo" e "Tremors" e, infine, un Rathalos gestito alla stessa maniera dei draghi di "Il regno del fuoco". 

Sulla carta sono tutte ottime idee, compreso lo scontro slapstick tra Milla Jovovich e Tony Jaa, derivanti dallo spirito da intrattenitore di Anderson unite al suo stile plastico e artificiale fatto di vuoti (spaziali, contenutistici) e pieni (l’azione parossistica e parodica, alta frequenza dei tagli). Il problema è che l’alto dettaglio degli effetti speciali digitali2 mal si amalgama ai pessimi costumi e alla loro inconsistenza. Il ritmo si scontra con una pessima gestione dei tempi dell’azione, arrivando stanco a un finale in cui sono evidenti tagli e forzature per una conclusione rabberciata.
"Monster Hunter" non progredisce, anzi si mostra fortemente ripetitivo (notare le stesse inquadrature nella tana dei ragni per ovviare alla mancanza di contenuto) in quella che è la tipica progressione a livelli del regista, e collassa in un climax afflosciante, chiusa di un film di cui la regia di Anderson è probabilmente l’ultimo dei problemi.

Se la serie di "Resident Evil" si rifaceva a un canone b-movie che il gioco stesso mischiava a seriosi elementi drammatici, e dunque Anderson si permetteva di accenderne la muscolarità anche attraverso stilemi tipici degli anni Duemila, in "Monster Hunter" c’è una maldestra rappresentazione del concetto andersoniano di abbrutire il film, formalizzando il proprio stile in un risultato forse troppo difficile da raggiungere.

 


1 Negli USA si è passati dai 76 miliardi di dollari del 2020 agli 85 del 2021 (+11% secondo Statista)

2 I mostri sono stati realizzati dall’azienda Mr.X particolarmente specializzata nell’animazione di creature realistiche. Tra i loro lavori "The Shape of Water" e "The Witcher".


12/02/2022

Cast e credits

cast:
Tony Jaa, Ron Perlman, Milla Jovovich


regia:
Paul W.S. Anderson


distribuzione:
Warner Bros., Sony Pictures


durata:
103'


produzione:
Constantin Film, Impact Pictures, Capcom Company, Tencent Pictures, Toho Company


sceneggiatura:
Paul W. S. Anderson


fotografia:
Glen MacPherson


scenografie:
Edward Thomas


montaggio:
Doobie White


costumi:
Danielle Knox


musiche:
Paul Haslinger


Trama
Una tempesta trasporta un gruppo di militari in un mondo antico e dominato da mostri di taglia colossale. Per sopravvivere bisogna combatterli.
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