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recensione di Luca Sottimano
6.0/10

Su alte vette, alcuni ragazzi scherzano, si baciano, accendono di sera un grande falò. Per celebrare l'unione tra due di loro, imbracciano i fucili e sparano raffiche di proiettili in aria. Non sono i consueti giovani campeggiatori: sono i Monos, un gruppo di commando composto da adolescenti, che vivono in una remota cima di una catena montuosa colombiana, identificati solo dai loro nomi di battaglia. Trascorrono le giornate eseguendo esercizi di addestramento militare mentre sorvegliano una prigioniera di guerra chiamata "Doctora". Ne seguiamo, dai primi minuti, i loro duri allenamenti, i loro rituali comunitari, sotto lo sguardo vigile del "Messaggero", adulto che gli va a fare visita di tanto in tanto incoraggiandoli ad essere sempre più forti. L’enfasi sulle prestazioni, la fatica, l’intreccio dei corpi, i dettagli sui muscoli e addominali in contrazione, che rimandano a "Beau Travail" di Claire Denis. Ma anche le dinamiche giovanili che si creano e si cementano tra di loro, amicizie e cocenti passioni, asti reciproci e frizioni interne.

"C'è stata una guerra civile apparentemente senza fine in Colombia, una guerra con molti fronti: paramilitari, guerriglieri, Narcos, il governo, attori stranieri; tutto sembra oggi volgere al termine. Ma molti, nonostante l'accordo con i comandanti della guerriglia, temono che gli squadroni dissidenti si siano separati per intraprendere una guerra propria, come si comincia a vedere in Monos. La gioventù funge da metafora della Colombia come nazione: è un paese giovane, ancora alla ricerca della sua identità, il cui sogno di pace è fragile, incerto e ricorrente".

Le parole del regista, Alejandro Landes, rimarcano le intenzioni a cui si accennava sopra: ibridare il war movie con l’affresco di uno spaccato generazionale che riflette un’intera nazione. Ma il primo (su cui si è concentrata prevalentemente la campagna promozionale internazionale) è del tutto assente nella prima parte, il secondo non va mai oltre la superficie. Veniamo buttati nel loro microcosmo, senza mediazioni né informazioni sul perché siano lì e quale sia il loro compito. Solo a poco a poco riusciamo a configurare a grandi linee il contesto generale, che però risulterà sempre frammentario ai nostri occhi. Il ritmo rimane disteso, il lento susseguirsi di eventi sembra non dare mai uno scossone alla trama. Si vorrebbero creare le atmosfere da thriller ad alta tensione, ma in questo modo viene meno un legame, un'affezione verso i personaggi. A prevalere è un taglio da documentario etnografico: Landes rimane fisso all’interno del gruppo, filmandone da vicino i componenti e adottandone la prospettiva, ma tradendo una certa freddezza e distacco nei loro confronti, piuttosto che intensa partecipazione. Più che loro, sembra maggiormente interessato a filmare la bellezza dei paesaggi e degli ambienti naturali, illuminati dalla splendida fotografia di Jasper Wolf, di cui rimane preda dedicandogli ampio respiro dalle prime alle ultime sequenze. Non andando oltre una stucchevole contemplazione che, unita al ricorso di vezzi enfatici, stonano con la (presunta) epicità di cui vorrebbe ammantare il film (e alcuni chiari riferimenti estetici ad "Apocalypse Now" non fanno che peggiorare la situazione). Evitando per lunga parte l’andamento e le trappole del film d’azione spettacolare, solo nell’ultima mezz’ora cerca il colpo di coda, accavallando una serie di colpi di scena e scontri a fuoco, che danno vivacità e senso al racconto, ma non superando del tutto una certa asetticità, anche quando vuole trasmettere violenza e brutalità.

L'ultima immagine è emblematica: la macchina da presa si avvicina al volto di uno dei ragazzi, stabilendone per la prima volta un contatto diretto: risarcimento insufficiente e tardivo. In definitiva, "Monos - Un gioco da ragazzi" cade vittima delle sue alte ambizioni, delle troppe influenze (da non sottovalutare anche quella de "Il signore delle mosche"), dei diversi toni mal amalgamati nella struttura complessiva: il risultato finale risulta così ben poco appassionante o coinvolgente, quanto inerte e privo di reale mordente.


24/08/2020

Cast e credits

cast:
Julianne Nicholson, Moisés Arias, Wilson Salazar, Jorge Román


regia:
Alejandro Landes


titolo originale:
Monos


distribuzione:
I Wonder Pictures


durata:
103'


produzione:
Stela Cine, Participant


sceneggiatura:
Alejandro Landes, Alexis Dos Santos


fotografia:
Jasper Wolf


montaggio:
Yorgos Mavropsaridis, Ted Guar


musiche:
Mica Levi


Trama
Su una remota cima di una montagna colombiana, i Monos, un gruppo di commando composto da  adolescenti identificati solo dai loro nomi di battaglia, eseguono esercizi di addestramento militare mentre sorvegliano una prigioniera di guerra chiamata "Doctora"
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