Ondacinema

recensione di Massimo Versolatto
8.0/10

Nel 1944, anno che cronologicamente si colloca all'interno di una delle decadi più drammatiche nella storia dell'uomo, in Spagna il franchismo aveva vinto la Guerra Civile. Al regime che si stava instaurando e faceva tabula rasa, erano sopravvissuti solo pochi, attivi gruppi della Resistenza. Questi nemici del regime si nascondevano tra i boschi e dai loro nascondigli preparavano l'offensiva. Storicamente sappiamo che non ce la fecero, in quanto il regime franchista da lì al 1975 perdurò segnando una delle più lunghe dittature nella storia della Spagna contemporanea.

In questo preciso contesto storico si colloca anche la vicenda de "Il Labirinto del Fauno", film fantasy almeno nella forma e nella costruzione "grammaticale" cinematografica. Ofelia, figlia di una vedova promessa in sposa a un illustre membro dell'entourage di Franco, mentre si trova presso il quartier generale di questi, entra in contatto con un mondo fantastico nascosto tra i boschi. Ben presto la bimba scopre di essere nientemeno che la Principessa di quel mondo fatato del quale, però, non ha più memoria.
Perché è fondamentale contestualizzare storicamente la pellicola di Del Toro? Sostanzialmente perché, nella sua essenza, trascende il genere cinematografico e racconta più di quanto si possa pensare sul franchismo, sulla guerra e sull'essere umano in genere. Guillermo Del Toro, non nuovo a questo tipo d'esperienza filmica - ne aveva già abbozzato i tratti nel precedente "La spina del diavolo" - prova un senso di "necessità" nel raccontare gli orrori del franchismo. Il modo che sceglie per farlo è suo personale e sfrutta il canovaccio del racconto fiabesco. Il regista messicano si appropria della cultura popolare, della favola di "Alice nel Paese delle Meraviglie" - la protagonista in una scena è vestita esattamente come lei, con il colore verde al posto dell'azzurro -, della mitologia greca - il mito di Demetra e Persefone -, dei racconti di paura per bambini e li applica, plasmandoli, alla storia che più gli interessa raccontare: la caccia alla Resistenza da parte del franchismo vista con gli occhi di una bimba.

Non si fraintenda: se da un punto di vista tecnico risulta chiaro che il film segue due linee parallele, la "parte reale" (con il generale franchista, la guerra, le violenze) e la "parte fantastica" (con il Fauno, altre creature strane e bizzarre e le immancabili "fatine"), a parere di chi scrive le due storie non sono affatto separate e la seconda è assoluta conseguenza della prima. Invece di fare un documentario sul franchismo - cosa che sarebbe risultata più semplice - Del Toro preferisce amalgamare vero e fantastico, sviluppare idee, stimoli visuali, legandoli alla tremenda drammaticità della vicenda "reale" e creando così qualcosa di maggiormente concettuale, di più simbolico. Il risultato complessivo è un film dove l'aspetto umano è predominante, anche e soprattutto nella "parte fantastica" della vicenda - a dimostrazione di ciò si veda la scena in cui il Fauno consiglia alla bimba un metodo per aiutare suo fratello, prossimo nascituro, a recuperare le forze in modo tale da non mettere a repentaglio la vita della madre -. Il "lato fantastico" insomma non è altro che una fuga necessaria dalla violenza (da parte della bimba ma anche del regista stesso), o una ri-visione in chiave più onirica del dramma che l'essere umano ha perpetuato con le guerre e gli immancabili orrori che le hanno contraddistinte. Non è un film "doppio", non si tratta di voler raccontare due cose contemporaneamente e trovare, abilmente, il modo di farle coincidere. Si tratta di trovare un modo, diverso e paradossalmente più intenso e drammatico, per descrivere il senso di mortale impotenza di fronte alla sete di potere delle dittature.
Per fugare ogni dubbio, per sapere se ho ragione o mi sbaglio del tutto, guardatelo.


04/10/2009

Cast e credits

cast:
Ivana Baquero, Sergi López, Doug Jones, Alex Angulo, Maribel Verdú


regia:
Guillermo Del Toro


titolo originale:
El Laberinto Del Fauno


durata:
112'


produzione:
Álvaro Augustín, Alfonso Cuarón, Bertha Navarro, Guillermo del Toro, Frida Torresblanco


sceneggiatura:
Guillermo Del Toro


fotografia:
Guillermo Navarro


scenografie:
Eugenio Caballero


montaggio:
Bernat Vilaplana


costumi:
Lala Huete, Rocío Redondo


musiche:
Javier Navarrete


Trama
Nel 1944, durante la caccia alla resistenza da parte dei franchisti, Ofelia, figlia di una vedova promessa sposa a un generale dell’esercito scopre di essere, in realtà, la principessa di un mondo incantato finita per caso nel mondo degli umani
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