Ondacinema

recensione di Matteo Zucchi
7.0/10

Ajoomma


La recente centralità della Corea del Sud all’interno dell’immaginario pop asiatico e non solo è difficilmente discutibile, per quanto si accompagni spesso a riflessioni sulla dubbia qualità della produzione media sudcoreana negli ultimi anni di exploit, e pertanto non stupisce che il principale festival del cinema asiatico in Europa decida di iniziare la propria venticinquesima edizione con un film che rimarca l’influenza dei deurama coreani sull’immaginario, e sulla vita, di milioni di persone. La protagonista Lim Bee Hwa, su cui la macchina da presa si focalizza già dopo pochi secondi di film, in una sequenza di ginnastica per la terza età che si svolge in un ordinatissimo parco singaporiano, è difatti un’avida fruitrice di han-guk deurama, che riempiono le sue giornate altrimenti accompagnate solo dalle fugaci sessioni di aerobica e dal superficiale rapporto col figlio Sam, intenzionato a trasferirsi negli Stati Uniti per lavoro. Proprio la trasferta del figlio e la sua apparente ossessione per risiedere nella West Coast, saranno perciò la molla che spingerà la protagonista a partire per un viaggio inizialmente pensato per entrambi in Corea del Sud, in tour sulle orme dei deurama di maggior successo. Ovviamente, come in ogni film di questo filone, niente andrà come previsto.

Dalla compagnia, numerosa e rumorosa, di turisti cinesi in cui Lim Bee Hwa si trova inserita all’antinomica coppia di guide turistiche che la accompagna nel tour, molti dei cliché del tourist film vengono subito affrontati da "Ajoomma", film che si distingue per una prima sezione piuttosto rapida, capace di rifarsi a tutti i principali stereotipi del filone per poi concentrarsi maggiormente su quello che è il suo focus, vale a dire la maturazione dei protagonisti. Difatti, non sarebbe sorprendente, nonostante quasi tutti i personaggi della pellicola siano adulti e la protagonista tenda verso la terza età, definire l’esordio di He Shuming come un coming of age, in cui è la crescita, e quindi il primo luogo il superamento dei limiti personali e l’assunzione di responsabilità, di tutti i personaggi principali a essere il motore narrativo degli sviluppi principali, anche da un punto di vista drammaturgico. Nel suo viaggio coreano Lim Bee Hwa incontra infatti individui molto diversi, con cui si trova a condividere almeno una parte della sua avventura, dalla giovane guida turistica Kwon-woo, devastato dalla recente separazione dalla moglie e perseguitato da gangster per una prevedibile questione di debiti, fino alla guardia notturna Jung Su, vedovo con cui condivide solo un inglese stentato ma che comunque permette loro creare un inatteso legame. Ognuno di questi personaggi, insieme al quasi invisibile figlio Sam (intelligentemente nella pellicola lo si vede molto meno di quanto lo si senta), si fa portatore di una specifica sotto-trama, la quale finisce per contaminare la dramedy di "Ajoomma" con vari generi.

Se l’incontro con Jung Su si trasforma in una tenera romance senile, alla quale realisticamente non può essere concesso un lieto fine tradizionale, quello con Kwon-woo e la sua famiglia rende "Ajoomma" un dramma famigliare in piena regola, fra suocere che cacciano il genero di casa e disperati tentativi di rivedere la figlioletta mentre si cerca di mantenere un lavoro precario, arricchito poi da una sfacciatamente stereotipata sezione da gangster movie, addirittura con pestaggi e inseguimenti in auto. Al centro di tutto questo c’è Lim Bee Hwa e la sua progressiva scoperta di una Corea che è ben distante da quelle dei deurama da lei amati, che si riflette nella rivelazione delle vere ragioni per cui il figlio vuole andare a tutti i costi negli Stati Uniti (una scelta particolare, quasi coraggiosa, se si considera quanto sia conservatrice la società singaporiana), connotando il film di He con delle sfumature quasi mistery. Se non ci fosse la caleidoscopica protagonista, ottimamente interpretata dalla quasi esordiente al cinema (ma veterana della televisione, guarda caso) Hong Hui Fang, "Ajoomma" sembrerebbe un discontinuo film a episodi, anche per la sua natura di film di viaggio, di cui è appunto Lim Bee Hwa l’elemento accentratore, rendendo proprio la sua maturazione, intesa come comprensione del proprio posto nel mondo, la ragione d’essere della pellicola.

"Ajoomma" completa il proprio cerchio discorsivo facendo degli han-guk deurama una componente importante del coming of age della protagonista, che ritrova il figlio apparentemente perduto immedesimandosi in un personaggio del suo deurama preferito e nell’agnizione del figlio di lei effettivamente perduto. Questa sequenza, culminante in un campo-controcampo fra i due personaggi interpretati da Hong Hui Fang tra i due lati dello schermo, porta alla definitiva presa di coscienza di Lim Bee Hwa e alla sua comprensione del suo nuovo ruolo nel mondo, non più madre accudente ma donna ora completamente emancipata. Nonostante sia umile e stilisticamente dimesso come la sua protagonista, l’esordio di He Shuming dimostra in sequenze come questa il controllo del regista su una materia apparentemente poco stimolante e la sua capacità nel valorizzare anche i più piccoli dettagli in questo peculiare coming of age senile. Allo similmente va considerata la scena conclusiva, chiusura circolare della pellicola accompagnata dalla stessa traccia pop che fungeva da colonna sonora della lezione d’aerobica iniziale, finalmente ascoltata e anche cantata dalla protagonista, a differenza di quanto accadeva nella sequenza centrale (nella durata della pellicola) del ballo in mezzo alla neve di Lim Bee Hwa, in cui però la canzone diegetica veniva coperta da una musica extra-diegetica. È solo alla fine del viaggio, infatti, che ci è dato di esperire nuovamente la realtà coi nostri sensi, ora trasformati.


23/04/2023

Cast e credits

cast:
Hong Hui Fang, Kang Hyung-suk, Jung Dong-hwan, Shane Pow, Yeo Jin-goo, Kim Jae Eun


regia:
He Shuming


durata:
90'


produzione:
Giraffe Pictures, Rediance


sceneggiatura:
He Shuming, Kris Ong


fotografia:
Hwang Gyeonghyeon


scenografie:
Yoo Young Jong, Jocelyn Tay


montaggio:
Jasmine Ng, Armiliah Aripin


costumi:
Meredith Lee, Yoon Jinsun


musiche:
Ting Si Hao


Trama

Lim Bee Hwa è una casalinga di mezza età singaporiana la cui vita gira attorno all'aerobica, alla cura del figlio e alla visione di drama coreani. Quando il figlio parte per un colloquio di lavoro negli Usa, facendo saltare il viaggio da tempo progettato in Corea del Sud per visitare i luoghi in cui sono ambientate le sue serie preferite, la donna decide di andarci comunque. Ovviamente non sarà una visita senza difficoltà e imprevisti, mentre conoscerà lati della Corea ben diversi da quelli dei drama.